Quando piantare lo Zafferano?

Saltellando di sito in sito, alla ricerca di bulbi tardivi, con fioriture estive o autunnali mi sono imbattuta nel magico Crocus sativus ovvero lo Zaffetano, l'oro rosso!!



Questa piantina, della famiglia delle iridacee, è originaria dell'Oriente.
Il nome deriva dall'arabo za'-farán' e dal persiano 'zaa-fran'. Dall'Asia la coltivazione
si diffuse nell'Africa settentrionale, e in seguito in Spagna.
Non si conosce la data precisa in cui lo zafferano dalla Spagna venne introdotto in Italia, ma sappiamo con certezza chi importò i bulbi (o più correttamente cormi, trattandosi di bulbo-tuberi) nel nostro paese: il padre domenicano Santucci, abruzzese di Navelli,  grande appassionato di agricoltura. Padre Santucci si innamorò della aromatica piantina, studiò la natura del terreno in cui poteva meglio prosperare, quindi decise di coltivarla.

I risultati furono ottimi e padre Santucci ottenne un prodotto di qualità superiore persino a quello spagnolo, già molto rinomato. 
Da Navelli la coltura si estese fino all'Aquila: si instaurò un proficuo commercio (con Venezia, Milano, Marsiglia, Basilea), dal quale anche il governo traeva cospicue rendite annuali.
La punta massima della produzione nell'area abruzzese fu raggiunta nel 1840 con un quantitativo di 4000 quintali. Oggi se ne producono solo alcune decine di quintali.



In Italia altre zone coltivate a zafferano si trovano in Calabria, nella Puglia, in Sicilia (un paese alle falde dell'Etna si chiama Zafferana), in Toscana.
Crocus sativus è una piantina erbacea bulbosa  e perenne che comprende diverse varietà.
I fiori, che spuntano quasi contemporaneamente alle foglie, hanno uno stimma trifido, lungo 2-3 cm: è questa, dal lato economico, la parte più interessante perché da essa si ricava la droga. Il Crocus ama i terreni sciolti, fertili, piuttosto freschi; resiste infatti molto bene al freddo e, nell'Aquilano, prospera ad altitudini di 600-700 metri.
La raccolta inizia quando i fiori incominciano a spuntare, verso la metà o fine di ottobre,e si protrae per venti, trenta giorni. I fiori vanno raccolti di buon mattino (infatti con ilsole si schiuderebbero rendendo facile, con la manipolazione, il deterioramento deglistimmi) e si ripongono in ceste.

Poi, abili, velocissime dita staccano gli stimmi che, posti su setacci, vengono essiccati al calore della brace, per conservarli accentuandone l'aroma e il potere colorante. 

La produzione di stimmi freschi varia da 4-5 fino a 15 kg per ettaro. Ma per ricavare un kg di stimmi freschi occorrono circa 60 kg di fiori. Gli stimmi, dopo il processo di essiccamento, si riducono ulteriormente a soli 200 gr. Un chilogrammo di comune zafferano richiede dunque circa 150.000 fiori ed è costituito da 450.000 filamenti.
Oltre che nell'arte culinaria, lo zafferano viene impiegato nell'industria dolciaria e liquoriera.
Lo zafferano si può coltivare nel giardino, nell'orto e in piccole quantità anche sul balcone. 
Piantandoli, usate terreno da fiore o terreno leggero molto permeabile, concimato con letame stagionato prima dell'impianto, oppure con fertilizzanti sintetici al momento della fioritura.
Interrate i bulbi nel mese di agosto o settembre, alla profondità di 10-12 centimetri in fila, molto vicino uno all'altro. In campo ogni fila disti dall'altra 20 centimetri. Innaffiate pochissimo. A metà o fine ottobre, quando spuntano i fiori, staccateli dallo stelo, di buon mattino, quindi effettuate la sfioratura, estraendo i filetti rossi dal calice che metterete in un setaccio, essiccandoli su una fonte a calore moderato. Dopo questo trattamento, gli stimmi sono pronti per la conservazione e per l'uso.


Testo adattato dall'articolo di Mariella Prato " Zafferano, pianta preziosa. Come l'oro, anzi di più",
 apparso in GARDENIA, n.29, settembre 1986.

per l'acquisto consiglio questi siti
http://www.florianabulbose.eu/cataloghi/cat5.htm
http://bulbi.efiori.com/crocus-zafferano
http://www.sangiovannello.it/it/ultime-novit-/vendita-bulbi-di-zafferano.html

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